LA MULATRIAL DI PRAGELATO DELL’11 GIUGNO 2006.

 

Pragelato, un nome di un paese che è tutto un programma ….

 

Quella mattina di domenica ho probabilmente capito qual è il significato del suo nome dalla temperatura di circa 10 gradi, una condizione non proprio mite per una stagione estiva  ….

 

Un vero “prato gelato” e chissà com’è d’inverno.

 

Sicuramente, d’inverno, è un paradiso innevato della Provincia di Torino, sito sulla sponda del Torrente Chisone, che ospita il trampolino olimpionico per il salto con gli sci, ma ha anche un percorso di fondo di circa 40 km ed una pista adibita al “Circuito Invernale auto su ghiaccio”.

 

Ma d’estate, dopo il disgelo, oltre alle escursioni nelle montagne di oltre 2000 metri il paese ospita anche un’area attrezzata per le moto da trial ricavata sulla pista invernale delle auto, il “Trial Park”.

 

Quest’area, omologata dalla Federazione Motociclistica Italiana, è dotata di massi, tronchi ed altri ostacoli di tutte le dimensioni per ogni capacità e tecnica.

 

INGRESSO TRIAL PARK

 

E non è tutto qui,  il Motoclub Gentlemen’s di Pinerolo non si è fatto mancare nulla, dalla mente lungimirante del suo Presidente, Ferruccio Garis, e dei suoi collaboratori della sezione di Pragelato, Giorgio Passet Gros e Bruno Bonnin, si sono poste le basi per far capire che trial, motoalpinismo e ambiente sono complementari e possono vivere in perfetta simbiosi con effetti positivi per tutti.

 

E questo lo ha intelligentemente compreso il Sindaco del Paese, Valter Marin, tanto che, oltre al trial Park, ha autorizzato anche circa 35 km di sentieri per escursioni motoalpinistiche  nei monti della Val Chisone, sentieri che sono disseminati di “zone no stop” ove è possibile allenarsi liberamente al di fuori del tracciato.

 

Ma quali sono gli effetti positivi che ha visto il Sindaco?

 

Intanto ha visto che la regolamentazione dell’uso del territorio a favore del motoalpinismo consente di  cogliere opportunità turistiche estive diverse, poi ha visto che i volontari del mc contribuiscono in modo estremamente significativo allo spegnimento degli incendi usando le moto per portare l’acqua in aree quasi inaccessibili sui tracciati che sono stati riaperti dalla loro passione.

 

Opera di pulizia che prosegue ogni anno con il progetto “adotta un sentiero” al fine di rivalorizzare quei tracciati montani dei loro avi perduti in mezzo alle montagne.

 

Si sono impegnati a recuperare ogni anno dei percorsi dimenticati e, in collaborazione con il Corpo Forestale e le Pubbliche Amministrazioni, verificano se possono essere utilizzati dalle moto da trial senza problemi, se possono essere aperti a tutti i trialisti sempre o se occorre adottare una regolamentazione dedicata, magari contingentandone l’accesso

 

Quindi ha intuito che i trialisti amano e curano l’ambiente che li ospita perciò l’unica soluzione plausibile è stata semplicemente quella di aiutarli …..

 

Ed è da questa realtà che sono partito con i 100 partecipanti alla 4^ mulatrial di Pragelato,  accompagnato dalle guide in gruppo con pettorale numerato lungo i tracciati autorizzati.

 

LA PARTENZA

 

 

 

Tracciati segnalati permanentemente con frecce,  picchetti e segnavia blu in modo egregio, era comunque possibile fare il giro in assoluta sicurezza di arrivare in fondo.

 

Ci siamo inerpicati su per una serpentina panoramica sulla vallata e sul paese, da essa si vedeva chiaramente il trampolino olimpionico da sci posto dall’altra parte della Val Chisone, una “roba da paura“  e poi dicono che sono i trialisti i pazzi …..

 

PANORAMA SUL TRAMPOLINO

 

 

 

Il sentiero “scorreva” in salita, passava a fianco di corsi d’acqua di montagna, in mezzo a fitte pinete immerse parzialmente nella nebbia che regalavano sensazioni da favola …. 

 

VERSO LA PINETA

 

 

 

Ad un “marittimo” come me capita di rado girare con la moto in quota, sono abituato alla vegetazione del bosco, ai rampicanti ed ai rovi, il massimo a cui arrivo di solito sono meno di 1000 metri e qui invece solo il fondo valle è più alto, ci sono le foreste e più su solo i prati e dopo neanche quelli….

 

E ci sono anche i rifugi, ad uno di questi, a circa 1800 metri di quota, abbiamo trovato una “zona no stop” tracciata dove molti si sono cimentati, devo dire con successo, e di fronte lo spettacolo era accompagnato dalla “zona ristoro”  con salame fresco, forme di formaggio del posto e bevande a volontà.

 

La zona no stop non l’ho fatta, ma l’altra si …..

 

LA ZONA

 

 

 

 

 

IL RISTORO

 

 

Vagando tra le moto dei partecipanti impegnati nel ristoro, il Mitico Lancillo l’amico che mi ha accompagnato nell’avventura di Pragelato, mi ha fatto notare una “special” della fine degli anni ’70, una Montesa storica condotta da uno dei pionieri del trial della zona: Giovanni Priotti, un Gentlemen con qualche primavera sulle spalle che però si è fatto il giro con noi …!

 

GIOVANNI PRIOTTI E LA SUA MONTESA

 

 

Penavo che da qui si scendesse, invece siamo saliti ancora inerpicandoci su ripide mulattiere sino ad arrivare al Colle Blegier oltre i 2000 metri ……

 

COLLE BLEGIER

 

 

 

Un giro scorrevole, senza gradini o muri, però da gustarsi tutto per i panorami, se solo la nebbia si fosse diradata un po’ ….

 

E abbiamo trovato anche la neve ghiacciata mentre salivamo verso i 2400 metri dello sterrato dell’Assietta da dove poi si passava sul Monte Genevris contemplando la bellezza della montagna anche in assenza della vegetazione.

 

 

Qualcuno qui ha testato le moto in quota per verificare il rendimento, l’iniezione degli ultimi modelli ha fatto miracoli nella regolarità di funzionamento però anch’essa si è dovuta arrendere nella restituzione finale della potenza: infatti tutte le moto sembravano “ritardate” all’apertura dell’acceleratore, come se avessero perso quasi metà della cilindrata.

 

 

 

 

 

Qui abbiamo terminato la prima parte del tracciato motoalpinistico permanente “Moucrons”, che prende il nome dalla montagna omonima.

 

Continuando sulla strada dell’Assietta ci siamo buttati verso il basso, presumo dal Col Bourget, percorrendo una discesa veramente bella con vista su tutta la valle, ogni tanto trovavamo i picchetti segnaletici blu a testimonianza che il percorso gode veramente di una sua rispettabilità nel territorio.

 

Però anche le cose belle possono finire e infatti siamo tornati al Trial Park per la grigliata al villaggio Kinka, un “gioiellino” dotato di piscina, area giochi con gonfiabili per bambini, chalet in legno e spazio campeggio.

 

 

 

Una vera manna per i trialisti con famiglia al seguito: intrattenimento per la prole, ostacoli per la moto e zone naturali nell’arco di 200 metri ….

 

E, come vi ho già accennato, ci sono i percorsi motoalpinistici che partono sempre da lì …..

 

Ero veramente incuriosito dal posto, però l’amico che mi ha accompagnato, un veterano motoalpinista non era soddisfatto del giro, cavolo alle 13 era tutto finito …..

 

Ma Giorgio e Ferruccio, da veri gentlemen’s, mi avevano detto che c’era il percorso più duro, una chicca tenuta da parte perché, oltre al panorama, si poteva testare veramente l’abilità del pilota tra massi, salite al limite e altro … una cosa che non si poteva mettere nella mulatrial ma che si poteva gustare con calma dopo, tanto è tutto segnalato…

 

Invece sono stato “costretto” a partire subito verso il tracciato di nome “Lausiere”, abbiamo attraversato il torrente Chisone e ci siamo trovati subito di fronte alla prima zona no stop ….

 

Una manciata di “massi” sul fianco della montagna da estrema libidine … così come era da libidine la salita del sentiero disseminato di pietre mobili esageratemente divertenti che ti accompagnavano fino al primo segnavia ….

 

E qui trovavamo le altre “dieci” zone no stop, una più bella dell’altra tutte immerse in mezzo alla pineta, mentre il sentiero continuava  a salire.

 

 

Girare per le montagne sconosciute cercando le tracce del percorso come un cercatore di piste mi ha coinvolto all’inverosimile, trovavamo picchetti, frecce, fettucce e segni blu sugli alberi, si aprivano opportunità ad ogni angolo, non ci fermavamo mai: era una scoperta continua di posti dove la moto da trial può girare in assoluta tranquillità.

 

 

 

Abbiamo trovato anche un sentiero che il mc Gentlemen’s riaprirà prossimamente, ancora più bello e tecnico, che porta ad una edicola di una Madonnina perduta nella montagna, che vigila e protegge i motoalpinisti della zona.

 

 

Salendo di quota abbiamo trovato una coppia di amici in moto che si gustava il paesaggio, proprio all’inizio della discesa che ci avrebbe ricondotto alla partenza.

 

 

 

Affamati, ma contenti, alla fine siamo riusciti a vedere il resto del villaggio Kinka: la piscina ospitava ai bordi una ventina di moto, gli amici stavano seguendo la distribuzione dei premi del mc e i camerieri stavano svuotando i tavoli …. Ancora qualche minuto e probabilmente saltavamo il pranzo!

 

LA PREMIAZIONE

 

 

 

E’ difficile concludere una giornata come quella di Pragelato, si doveva fare una sosta di due giorni, magari anche con la famiglia, testare il trial park illuminato alla sera, dormire in uno chalet, svegliarsi facendo colazione a bordo piscina e girare per il mercato del paese alla mattina tanto il sentiero è lì vicino e non scappa ….

 

Questa è la sensazione che mi accompagnato durante il viaggio di ritorno a casa: ritornare in gruppo con amici e famiglia per passare qualche giorno di trial e relax in armonia con il paese, la natura e la gente, e tutto questo grazie agli amici del MC Gentlemen’s.

 

Ciao a tutti, Giulio [email protected]

 

FOTO DEL GIRO