LA MULATRIAL DI CASTEL D

LA MULATRIAL DI CASTEL D’AIANO del 20 agosto 2006

Da anni ho sentito parlare di Castel D’Aiano, un Comune della Provincia Bolognese localizzato sullo spartiacque dei fiumi Reno e Panaro che ospita una manifestazione motoalpinistica giunta alla sua 9^ edizione, la trialfest.

Un evento, organizzato su due giorni, che vede sempre la partecipazione di almeno 200 trialisti, 240 per la precisione a maggio del 2006, ed è sempre caratterizzato dall’ospitalità del “gruppo trial di Castel D’Aiano”, una branca del Mc Demolition  Road,  nome che in inglese, come dicono i fondatori,  “non ha nessun significato” ma per loro, ha una certa importanza … guardatevi le foto del loro sito www.motofest.it 

Infatti il “Demolition Road” è un gruppo di “biker” che, tra birra, cromo e pelle  vuole promuovere lo sport motociclistico ed il territorio che li ha visti nascere, semplicemente, avvicinando persone al loro modo di vivere la moto, tra amici accampati intorno ad un tendone dove si fa festa d’estate fino a notte inoltrata, con il toro meccanico, il tiro alla fune, la gara di braccio di ferro e la “lap dance” …… 

Così hanno ideato la Motofest, un’occasione nata per aggregare le persone con le due ruote nella testa ed in mezzo a questi “cinghiali” quest’anno hanno “grufolato” anche i trialisti, perché no, anche se non ci sono le cromature e le lunghe forcelle le moto da trial due ruote le hanno e sono in grado di portarti veramente dove solo i cinghiali passano … 

Alberto Tonioni, uno degli esponenti del “gruppo trial”, è stato coinvolto dagli organizzatori della Motofest per far tornare i trialisti di nuovo a Castel D’Aiano, il 20 di agosto in pieno periodo di ferie, proprio in quei periodi dell’anno dove  in famiglia, non appena ti sentono parlare di un giro con moto da trial, ti guardano come se gli avessi fatto la proposta di diventare poligamo ….. 

Nonostante tutto questo Alberto è riuscito a trovare gli amici per tracciare il percorso, per prendere le iscrizioni e per vedere che,  comunque, una quarantina di tralisti “pazzi”, disposti a correre il rischio di trovare alla sera la serratura della porta di casa cambiata, è tornata a grufolare nei canaloni della Provincia di Bologna su parte dei percorsi della trialfest del maggio scorso. 

Tra questi “cinghiali” ho trovato un gruppo di amici toscani di Prato, dei veri affezionati delle mulatrial, ormai da due anni a questa parte li vedo ad ogni manifestazione, sono dei portafortuna però, con loro trovo sempre dei giri interessanti … 

E si, anche se mi sono dovuto accontentare solo di una parte del “vero” percorso della trialfest dello scorso maggio, ho trovato un tracciato che però è, dal punto di vista naturalistico, molto simile a quelli delle mie parti: boschi di castagno e poi pietraie in canaloni scavati dall’acqua con muschio e fango. 

Ma procediamo con ordine, l’evento, come ho detto è stato calato nel clima della motofest, la sera prima il tendone dei “biker” ha visto le “ore piccole”, lo show girl ha “gasato” gli spettatori reduci dalla gara di “braccio di ferro” tanto che al mattino presto i trialisti hanno visto un accampamento di tende e moto nell’area sportiva messa a disposizione dal Comune, dormivano ancora tutti ….. 

LO SHOW DELLA NOTTE ....

Alberto e gli amici invece erano lì pronti per l’iscrizione, ci hanno dato le istruzioni del caso, i consigli sul giro e poi via, giù in discesa nel bosco di castagni, si può definire un percorso “spirituale”, una preparazione alla guida, densa di riscaldamento e di “meditazione”: lungo il tracciato infatti abbiamo trovato una Madonnina con Bambino dipinta sulla roccia … un invito alla calma e alla concentrazione per la continuazione del giro in pieno spirito motoalpinistico! 

Atmosfera spirituale, si può dire veramente così, eravamo immersi nella giungla del sottobosco, la vegetazione ti nascondeva la luce del sole che filtrava appena, lasciandoti immerso nella quiete della penombra, e i cartelli del MC ti indicavano i nomi dei posti, mi ricordo in particolare il “Bosco delle Fate”, qui mi aspettavo di vederne spuntare qualcuna, qualche folletto o qualche troll delle leggende nordiche e invece comparivano solo i “cinghiali” di Prato …… 

 

E poi comparivano dei pietroni squadrati che sembravano gli altari celtici ove i druidi nella notte dei tempi officiavano i loro riti ….. in memoria di queste antiche visioni anche noi, a modo nostro, abbiamo consumato il nostro rito pagano in onore del tracciato ……. 

Da questo punto in avanti il sentiero ha cambiato la pendenza, siamo saliti su per una salita viscida con alcuni passaggi di test per verificare la nostra preparazione per il “Grand Canyon”, una parte di percorso dove le pietre si intravedevano tra il muschio avvolte dalla penombra, un canalone in salita dove il sole non  batte mai …. Una trincea naturale di lati fangosi alti una decina di metri e con un solo un passaggio obbligato lì in fondo ….. 

Come dico sempre: trialisticamente parlando, una vera goduria, anche se si riesce a fare il tracciato scarpinando e spingendo ci sono in ogni caso alcuni punti con dei passaggi sulle cascatelle di pietra che ti fanno sentire l’avventura del motoalpinismo estremo …..

Sto banalizzando e non rendo onore al resto del tracciato, qui sono già alla fine del primo giro, però non è stato solo questo, c’era anche altro, ma quel canalone l’ho fatto due volte e mi ha lasciato un bel ricordo che ha offuscato il resto ….. 

 

Alla fine del primo giro ristoro alla partenza, pieno di carburante, e giù di nuovo nel “buio” del sottobosco, qui la penombra era solo un “luminoso” ricordo, tutte le foto infatti sono uscite solo col flash e per di più anche mosse. 

Abbiamo trovato un altro canalone, questa volta in una discesa scavata nel fango, sembrava facile, la gravità ti aiuta ma invece poi siamo  risaliti su per un affluente, un’altra “meraviglia” scavata dall’acqua tra le pietre e le radici che ci ha regalato altre sensazioni di “motoalpinismo estremo” o forse è meglio dire “mototorrentismo estremo” …. 

Sto riassumendo veramente tanto, citando solo i punti più tosti perché ormai ero offuscato dal giro, mi ricordo vagamente dei passaggi sotto dei “ponti” di scolo dove la moto e il pilota passavano appena, una roba degna della mitica Gilles Lalay francese, peccato che il mio fiato non regga più tanto (neanche una volta veramente …) perché siamo usciti in una radura dove comparivano ostacoli di legno, pietre, tronchi, un’occasione per “perdere” un po’ di tempo ad allenarsi a provare le innumerevoli zone del sottobosco, davvero un peccato: ormai ero alla frutta …. 

Il gruppo Trial di Castel D’Aiano, in silenzio, da circa una decina d’anni si prodiga a ripulire i tracciati nel sottobosco perduto, infatti ha recuperato il canalone immerso nei rovi e nelle liane per regalare ai trialisti uno spazio veramente consono al nostro sport in occasione delle loro mulatrial. 

Qui la Pubblica Amministrazione ha sempre capito che i trialisti sono un patrimonio del territorio, che recuperano la natura dei fossi e dei canaloni dal degrado delle discariche abusive, che, se serve il passaggio è sempre libero grazie a loro. 

Alberto ed i suoi amici però conoscono lo stato dei fatti, per perdere il Paradiso basta cogliere una mela nel momento sbagliato, e perciò, sanno rinunciare, per esempio, a far passare le persone durante certi periodi dell’anno, sanno che non si deve esagerare quando si sa di poter dare fastidio agli abitanti del posto … 

E’ un motivo in più per tornare, per farsi un giro in relax e poi rifare il canalone e poi consumare un po’ di polenta con la salsiccia nel tendone dei “biker” e tirare tardi tra gli stand del piazzale tra giacche di pelle, sacche e tute da moto, amarcord dei tempi di quando si bighellonava in moto per la penisola ….. 

Resta poco da dire, occorre ringraziare tutto lo staff di Castel D’Aiano, gli amici di Prato che mi hanno recuperato al “volo” su un dente di terra che avrei fatto al “volo” anche al contrario ….li ringrazio tutti con il cuore perché mi hanno riempito di motoalpinismo una domenica d’agosto in un contesto davvero gustoso che merita un’altra toccata, magari all’inaugurazione di un percorso permanente. 

Ciao a tutti, Giulio [email protected]

 

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