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Mountain trial Lessinia

Racconti mulatrial > 2011



Non si finisce mai di imparare qualcosa dalla proprie esperienze, ad ogni età capita sempre di trovare qualcosa o qualcuno che fa crescere la nostra conoscenza.

Può capitare per caso o si possono cercare le occasioni giuste seguendo le proprie passioni, magari con le mulatrial e, lo dico sempre, il trial scopre località e contesti particolari, al di fuori dalle rotte conosciute e così è stato con la Mountain trial della Lessinia organizzata dal MC Valchiampo a San Bortolo, una frazione del Comune di Selva di Progno in Provincia di Verona.

Qui siamo nella terra dei Cimbri, una antichissima popolazione germanica (si parla del 200 a.c.), che si spostò dalla penisola dello Jutland nella Lessinia, zona geografica delle Prealpi Vicentine.

Più recentemente, si fa per dire perché si parla dell’anno 1600, un manipolo di soldati Cimbri difendevano alcuni passi della Lessinia, dotati di archibugi a miccia i cui “botti” seminavano il terrore tra i nemici per il rumore che si propagava tra le montagne.

Botti che continuarono a farsi sentire nel corso dei secoli perché gli archibugi si trasformarono in un “trombino” sparato a salve con una tecnica particolare, durante le commemorazioni e le feste di paese, probabilmente per ricordare avvenimenti di cui comunque si è persa la memoria.



Quelle arcaiche tradizioni sopravvivono oggi solo a San Bortolo, un gruppo folcloristico locale forse unico al mondo (i trombini) continua a sparare a salve e a diffondere gli antichi rumori nelle valli ed un museo nel paese mostra questi singolari attrezzi.

Credo che mai ne sarei venuto a conoscenza se non avessi partecipato a questa Mountain Trial, insieme ai 150 partecipanti che hanno aperto la 1^ edizione di questo evento.

Un evento fortemente voluto dai soci del MC Valchiampo per ricordare Aureliano Rancan, il loro  Presidente, prematuramente scomparso circa due anni fa, che aveva elaborato il progetto iniziale di questa manifestazione intuendo la peculiarità della nostra disciplina come quella più adatta per frequentare il territorio della Lessinia, così delicato e tutt’ora abitato, amato e gestito dall’uomo.



Qui le strade e le mulattiere sono vissute, i campi sono coltivati e i pascoli curati nutrono il bestiame allo stato libero quindi le discipline all’aria aperta devono essere veramente compatibili.



Solo il trial può sperare di essere ben accetto ed entrare tra i difensori del territorio, proprio come lo erano gli archibugieri di qualche secolo fa ….

Credo che questo sia stato il suo progetto, uno scambio di conoscenza tra il territorio e il trial, per far conoscere ad entrambi quanto possano essere più simili o più vicini di quanto si pensi.

Il 2011 quindi ha visto la 1^ edizione di una Mulatrial in una limpida giornata di sole accecante, il giro partiva scendendo verso la Val Tanara dove il MC ha tracciato delle parti un po’ più tecniche lungo il corso d’acqua, qualche gradino ed il muschio con l’acqua marrone che nascondeva invece delle pozze profonde almeno 1 metro, se si sbagliava la direzione si faceva il bagno!



Erano passaggi catalogati come “difficili” per non mettere in difficoltà molti partecipanti alle prime armi che hanno così potuto divertirsi senza trovare ostacoli insormontabili.



Molte parti del percorso si sviluppavano lungo sentieri all’ombra dei boschi dove la vegetazione era così fitta da impedire al sole di entrare, qui il sentiero scorrevole si alternava con alcuni tratti un po’ più tecnici tracciati per provare la guida tra le radici su una salita al limite dove ovviamente la mia tecnica superficiale mi ha impedito di arrivare ….



Altre parti del giro invece sembravano una passeggiata ma il pietrame di calcare sgretolato invece le rendeva impraticabili, è vero, ad ogni terreno c’è una tecnica e va ricercata sempre con la dolcezza nel dare gas.



Siamo passati per innumerevoli viottoli e sentieri e su sterrate immerse tra campi coltivati, all’interno di uno di questi, abbiamo trovato cippi di confine e colonne di dove finiva il Regno Austro Ungarico o delle edicole votive.



E’ evidente che il territorio ha visto tutte le fasi storiche della nostra penisola, lungo il giro troviamo i resti delle abitazioni delle Corti Medioevali costruite con il calcare dove gli archi delle porte ricordano quelli romanici, gli allineamenti di pietra ai lati delle mulattiere (gli “introi”) sono dei vicoli che ricordano vagamente qualcosa di megalitico, il passaggio sui pietroni posti all’interno invece era una goduria di tecnica assoluta per salire.



Prima dei passaggi più faticosi l’organizzazione ci ha proposto una sosta per reintegrare  i sali con del thè fresco alla Contrada Roncari, poi ci siamo immersi in altri boschi dove il marmo ed il calcare sono stati i protagonisti principali, non ho mai visto in natura tanto materiale così sgretolato, credo che qui i trialisti le gomme le cambino sicuramente più spesso ….



Materiale che orna le case, i lati delle strade e anche il ristoro principale con un’opera d’arte che l’immagine si commenta da sola.



Purtroppo il giro è quasi giunto al termine, devo dire che alla fine è risultato molto scorrevole e tranquillo, l’organizzazione ha voluto entrare in “punta” di piedi con questo evento cercando di essere il meno invasiva possibile, l’obiettivo è quello di  arrivare ad un evento più articolato, al primo passaggio occorreva non esagerare e così non è stato.



Un ringraziamento quindi all’organizzazione che ha onorato la memoria del suo Presidente, Aureliano Rancan, ed ha trovato nell’Amministrazione di Selva di Progno la giusta sensibilità per consentire l’avvio di un serie di manifestazioni anche per i motoalpinisti rispettosi del territorio.



 
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