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Mulatrial delle Capre

Racconti mulatrial > 2013



Le Capre sono animali eclettici, pascolano ovunque, apprezzano prati fioriti ma non disdegnano di   saziare il loro appetito affrontando pareti verticali sfidando la gravità più estrema per cogliere qualche gusto particolare.

La località del Monte Ventasso nell’Appennino Tosco Emiliano in Provincia di Reggio Emilia ospita un gruppo di motoalpinisti che si è ispirato alle abitudini di questi simpatici animali per esprimere la loro passione per le escursioni con le moto da trial.

In ossequio alla molteplicità di situazioni che l’Appennino può offrire il gruppo trial “Capre del Ventasso” ha creato la sua 2^ mulatrial nella Località di Cerreto Laghi dalle sponde dell’omonimo  lago Cerretano, uno sfondo panoramico notevole da cui si elevano gli impianti di risalita delle piste invernali da sci.



Circa 130 motoalpinisti hanno potuto beneficiare di una giornata luminosa come non mai, il sole abbagliava su un cielo terso e limpido che poi ci avrebbe deliziato dei tipici panorami dell’Appennino: la vista spaziava dal Dente del Gigante fino alla Pietra di Bismantova, qui la storia e la leggenda si sono fuse insieme ispirando poeti e gesta epiche.



Perfino Dante Alighieri citò nella  Divina Commedia un passo per ricordare queste montagne consumate dallo scorrere del tempo, è veramente difficile sfuggire alle peculiarità del contesto che la terra emiliana ti offre, a partire dall’ospitalità dei suoi abitanti, dal gusto che caratterizza il loro cibo mentre te lo propongono con quel loro magnifico dialetto con la esse sibilante …  tortelli, cappelletti, fettuccine, ravioli, gnocco fritto, tigelle e parmigiano ovunque ….. oltre a tutta la varietà di insaccati, prosciutti, ciccioli, lardo …… ecc.



Davvero, è difficile resistere a questi presupposti se poi c’è anche un giro organizzato ad arte, che ti accompagna in mezzo alla vegetazione in discesa dal lago di montagna sito a circa 1.400 metri sul livello del mare.



Ci hanno portato prima lungo una serie di sterrati perduti, subito siamo rimasti stupiti: non trovavamo un giro tipico delle mulatrial degli appennini modello Cimone o Piandelagotti ma era solo un trasferimento, dovevamo scendere all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano per poi risalire ….



Attraverso prati fioriti abbiamo “pascolato” tranquilli sui panorami dei prati tagliati di fresco in mezzo alle balle di fieno fino ad arrivare alle prime varianti rosse, qui la “dieta” delle capre cambiava radicalmente proponendo sentieri snodati su pietre vaganti o su pareti verticali, i ragazzi del Ventasso ci hanno lanciato su salitoni infiniti di terra ed erba: posizione estrema in salita tutta verticale con salti all’apice delle terrazze per non tornare indietro, le moto tuonavano al massimo dei giri per mantenere lo slancio con le ventole di raffreddamento che impazzivano tra il vapore del liquido di raffreddamento …..



Una preparazione per un passaggio da “capre” appeso sulla provinciale dove la Protezione Civile sbarrava il transito alle auto per consentire lo slancio ai temerari che si inerpicavano su un tratto veramente infido modellato come un enorme 7 sul fianco della montagna: salita verticale su sfasciume con curva all’apice chiusa e successivo gradino …. Con un “personaggio” dell’organizzazione che ti faceva sicurezza imbragato con l’attrezzatura da roccia mentre una schiera di persone tifava gli intrepidi che provavano la salita.



Una situazione particolare che dopo ti portava a un canalone immerso negli alberi con curve  e controcurve da fare tutte di un fiato, altrimenti dovevi tornare indietro per ripartire …



Ogni salita emergeva sui panorami del Cerreto ma il giro poi scendeva anche in fondovalle nel fiume Secchia dove molti hanno trovato, volontariamente e involontariamente cadendoci dentro ….  la frescura delle sue acque.



Passaggi rossi dove solo la tecnica o, al limite, la fortuna degli audaci permettevano di uscire indenni da quelle vie da “capre del Ventasso” ….



Gradualmente siamo rientrati a Cerreto passando tra altri paesini immersi nell’Appennino, come Vallisnera un gruppo di case che tra le origini del suo nome da una famiglia longobarda catturata dalla bellezza del territorio.



L’organizzazione, sempre presente con le sue maglie arancioni, appariva ovunque, ad ogni incrocio, su ogni passaggio difficile per aiutare o dileggiare goliardicamente chi si tuffava nel fiume o rotolava a valle.



Un gruppo veramente notevole così come è stata notevole anche la pulizia del percorso della mulatrial nei canaloni e nei sentieri perduti, un’opera importante apprezzata dagli abitanti,  dall’Ente Parco  e dal Sindaco Paolo Bargiacchi che ha fortemente sostenuto questo evento nella consapevolezza di cogliere nuove opportunità per il territorio da lui amministrato.

Credo che tra i piatti serviti sul panorama del lago dal ristorante “igloo” i motoalpinisti hanno veramente apprezzato la tipicità di questa manifestazione e il territorio che l’ha ospitata.



Questo nuovo contesto emerge alla luce della recente normativa dell’Emilia Romagna sulla Rete Escursionistica dove la Regione ha capito che occorre aprire il territorio e i suoi sentieri ad un escursionismo su ruote, consapevole ed attento al territorio e all’ambiente come lo è stata la Mulatrial delle Capre, una opportunità che solo le amministrazioni più attente e i motoclub pù intraprendenti possono cogliere per far conoscere il loro territorio e la loro passione.

Quindi arrivederci alla prossima edizione e un sentito ringraziamento alle “Capre del Ventasso”.  



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