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Montoggio

Racconti mulatrial > 2013



Errare è umano …. Perseverare è diabolico ….

Sono le parole di un detto comune che si sono concretizzate a Montoggio (GE) l’8 e il 9 giugno quando si è stata abbinata una prova di Campionato Italiano con la formula marathon alla 12^ edizione della Mulatrial omonima.

Una formula che prevede 20 zone di gara articolate lungo il percorso della mulatrial con l’obiettivo di testare anche la resistenza dei 130 piloti iscritti durante i trasferimenti su un percorso di circa 40 km, seguiti dai loro minder e dai loro meccanici anch’essi in moto, una popolazione di trialisti estremamente significativa!



Percorso comunque ridotto rispetto allo sviluppo della mulatrial storica che perciò doveva adeguarsi senza escludere quelle alternative necessarie a soddisfare i motoalpinisti che non si accontentano di un giro minimalista qual è il normale trasferimento di un percorso di gara.



Una sfida impegnativa per il Motoclub della Superba su un territorio particolare, a tratti difficile per la vegetazione intricata con le radici che affiorano dal terreno argilloso, adesivo e scivoloso quando piove, con le pietre adornate da un muschio folto come una siepe ….

Una situazione favorita però dalla presenza di uno sviluppo di percorsi motoalpinistici autorizzati su sentieri impervi di circa 70 km dove è stato ricavato un tracciato tale da soddisfare tutte le esigenze dei piloti titolati e degli escursionisti del fine settimana.



Mesi di lavoro, di pulizia del territorio da parte del tracciatore, di ricerca di situazioni che potessero impegnare a dovere il livello di preparazione dei piloti del campionato italiano, in quelle aree infatti ci sono le zone dove il motoclub della Superba organizzò regionali e allenamenti sociali del motoclub, ma ciò non è stato ritenuto sufficiente, si dovevano proporre altre situazioni ed altri ostacoli, così come sono stati proposti nuovi sentieri anche per i motoalpinisti.



Venerdi 7 giugno era tutto pronto, l’area sportiva del Comune è riuscita ad accogliere tutto il paddock, la struttura delle iscrizioni, il bilico delle premiazioni, i bilici officina e la cucina dell’associazione di Camogli famosa per le fritture di pesce cucinate in padelle del diametro di oltre due metri per allietare le richieste di qualche centinaio di persone.



Anche la pioggia nel pomeriggio purtroppo è stata pronta, insieme ad una copiosa grandinata ha preparato il terreno affinchè una normale giornata di trial il sabato diventasse un percorso diabolico di espiazione e martirio per tutti coloro che si avvicinavano a questo territorio pensando di gestirlo come una situazione comune …. Non è stato così!



La “palta” di argilla si è impastata nelle ruote e sulle pietre, le radici sono diventate più viscide di una anguilla e come anguille si sono comportate le moto ed i piloti per riuscire ad affrontare le zone di gara, purtroppo questa serie di combinazioni, forse sottovalutate da tutti, hanno creato delle code in ingresso alle prime zone dilatando notevolmente tutti i tempi di percorrenza, considerato che il trasferimento avveniva sulla parte più abbordabile e più corta del percorso della mulatrial, comunque non banale, mettendo alla gogna piloti e minder.



Con il senno di poi forse si dovevano ridimensionare le difficoltà e la lunghezza di alcune zone, la domenica infatti, dopo alcune modifiche e l’assenza di pioggia, i tempi di percorrenza sono rientrati nella norma.

La mulatrial domenica è stata interessata anch’essa del taglio di alcune parti del percorso per consentire una scorrevolezza maggiore per i piloti, forse così anche i motoalpinisti si sono risparmiati le vicissitudini dei primi anni quando alcuni entrarono nel tracciato alle 10 del mattino e li rivedemmo verso le 19 provati dalla fatica….. ma esaltati dallo spirito provata dall’avventura estrema nella Val Noci!



Mulatrial percorsa quindi in scioltezza da circa un centinaio di motoalpinisti incuriositi da tutto il nuovo contesto insediato nel paese di Montoggio che mai aveva visto uno spiegamento simile di mezzi a motore cosi specialistici come le moto da trial….



La sezione del Motoclub della Superba del paese ha coinvolto Protezione Civile, la Croce Rossa e le aziende vicine all’area sportiva del comune, come il Pastificio Valle Scrivia, per integrare il parcheggio per i mezzi e limitare al massimo i disservizi lungo la strada, anche l’impresa De Lucchi ha spianato ed inghiaiato la strada adiacente il torrente per aumentare lo spazio disponibile.

Ma torniamo alla mulatrial, un giro da percorrere in un senso il sabato e al contrario la domenica, forse i più fortunati sono stati i partecipanti della giornata di sabato perché hanno potuto approfittare del giro completo con tutte le varianti “difficili”, dalla serpentina nei pressi del ristoro di Pontenero fino alla variante di Casale dove l’area è stata impegnata dalle zone 12 fino alla 16.



Qui la località è caratterizzata da una paleo frana che ha costellato di massi la vegetazione sottostante costruendo occasioni trialistiche veramente non banali, tanto che qui, per me, sono state allestite le zone più belle della gara.



Ma il giro della mulatrial a queste zone ci è arrivato da una infida serpentina di curve attorcigliate sul terreno come un pitone avvinghiato sulla sua preda per stritolarla, qui anche le moto sembravano stritolate dalle curve in discesa, credo che perfino i telai di alluminio si siano ritorti per seguire il tracciato ….



Ma vuoi mettere la soddisfazione di guidare il mezzo cercando di assecondare il passaggio dell’anteriore tra le radici e le pietre viscide mentre il posteriore si raddrizzava nella direzione voluta sotto il freno tirato ….



Nel versante opposto della vallata, meno esposto alla luce del sole, invece il percorso saliva verso il nostro Monte Bano passando per la giungla di fondo valle dove l’umidità, prossima al 90%, aveva reso le pietre e il muschio verde un’insidia da non trascurare, ogni errore di posizione sulla moto non era recuperabile e ci si fermava subito.

Quando invece si accordava il corpo con lo strumento a motore allora si godeva di una sinfonia unica nel suo genere: si riuscivano ad affrontare gli scalini della mulattiera scaricando al momento giusto il posteriore e tenendo leggero l’anteriore per non puntarsi sulla prima pietra!



Questo trial, se si può chiamare con questo nome …, mi piace veramente tanto, più che saltare su un masso (forse perché non ne ho il coraggio e la tecnica …) mi piace curvare sui tornanti chiusi o salire in aderenza con la ruota sgonfiata al limite, vincere la presa delle radici con l’inerzia dello slancio ottenuto dove c’è un minimo di aderenza…..

Un po’ come quella parte di giro che sale lungo le pendici della salita del Calzolaio, al sabato l’abbiamo fatta in discesa, ma non fa testo perché la gravità aiuta e, in un modo o nell’altro, si scende in ogni caso …




Purtroppo alla domenica questa parte è stata eliminata perché il meteo minacciava una pioggia torrenziale che sarebbe stata devastante per una salita come quella ….. però, poiché gioco in casa,  ho portato lungo la salita del Calzolaio due partecipanti, forse mi hanno voluto un po’ male quando li ho sentiti invocare la fine della salita ma dopo ho letto nei loro occhi la soddisfazione di completare il giro, di aver potuto giocare al limite della coppia del motore, appesi al manubrio con lo sguardo rivolto verso il cielo perché nella loro visuale oltre la visiera del casco ci stava anche lui ….



Dicevo che perseverare è diabolico, Montoggio per noi del Superba è una palestra ed una anteprima di novità, nelle pietre della zona 6 anni fa si è provata la formula freetrial con una prima gara sperimentale di Master Beta sotto la stessa acqua a sorpresa,



Daniele Maurino nel freetrial del 2007


Qui Donato Miglio ha presentato in prova anche la prima Beta Rev 4T della Beta e l’ha portata con il motore originale sul masso posto al centro della zona 11 di domenica per mostrare che la potenza esisteva anche per fare zone da italiano.



Donato Miglio e la rev 4t nel 2007 a Montoggio


Ora il MC ha perseverato nelle novità provando l’abbinamento del campionato italiano con una gara modello marathon su una mulatrial classica, tutte queste prove servono per migliorare, per esplorare nuove o vecchie idee ma, con il senno del poi, ogni volta a Montoggio non si coglie mai la soddisfazione completa, il freetrial non è decollato però poteva essere una nuova idea di sviluppo, la Beta ha prodotto un motore 4t sicuramente notevole per il limitato impatto acustico però oggi il 4 t è veramente al palo, le gare di campionato italiano abbinato al marathon per avvicinare le competizioni al mondo dei motoalpinisti forse faranno la stessa fine?

Perseverare nelle novità è diabolico?  Ma il trial non deve provare nuove idee così come è scritto nell’etimologia del suo nome, provare nuove sfide?

La prima impressione potrebbe essere quella di chiudere con questa formula, l’impegno per l’organizzazione dei volontari, sempre più rari nei mc, è veramente esagerato in un assetto come quello preparato per Montoggio.

In questi eventi ci sono quasi 50 km di giro da pulire e segnare per piloti, giudici, pubblico e motoalpinisti, molte zone poi sono collocate in punti raggiungibili solo con difficoltà dai giudici e dai tracciatori e, in alcuni casi, ci si arriva solo in moto.



Il tracciato della mulatrial può anche essere critico per gli stessi piloti che vivono lo stress della gara e perciò pagano la fatica di un tracciato studiato per chi la gara non la fa e non ha l’assillo del tempo di percorrenza.

Io credo che per superare i problemi nati a Montoggio ci sia solo la disponibilità delle risorse da mettere sul campo perché è sicuramente attraente e da incentivare  l’idea di investire in eventi poliedrici che tengano conto di tutte le componenti della famiglia degli amanti delle moto da trial, come le zone e le mulatrial.

Alla base deve esistere un evento che sia supportato da molti appassionati che affianchino il Mc organizzatore nella preparazione di tutte le componenti, occorre creare una nuova squadra di supporto ad un campionato che possa avvicinare al territorio il maggior numero di praticanti.



Inoltre, oltre la zona, il trial non può essere coinvolto dalla velocità di percorrenza tra un punto di gara ed un altro, deve essere solo trasferimento e ciò può avvenire solo se non c’è un vincolo pressante dell’orologio da rispettare perché questa condizione implica obbligatoriamente la ricerca della velocità contro lo scorrere del tempo!

L’auspicio è che Montoggio sia stata veramente una palestra per crescere senza perseverare nell’errore umano di limitare la creatività, Montoggio stessa con il suo territorio interessato da 70 km di sentieri autorizzati al trial è una dimostrazione di creatività che deve essere coltivata affinché si possa replicare ovunque la possibilità di girare in moto, nel pieno rispetto delle esigenze di tutti.

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